SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH

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mercoledì 12 marzo 2014

MESE DI MARZO IN ONORE DI SAN GIUSEPPE


(Riflessioni del beato Bartolo Longo)

 TREDICESIMO GIORNO: IL RITORNO ALLA PATRIA.

LA PERSEVERANZA NECESSARIA NELLA VIRTU’.

L’Angelo appare in sogno a Giuseppe e gli annunzia che il suo esilio è terminato.

Giuseppe ringrazia Dio
e con Maria e col Fanciullo riprende il cammino alla sua casetta di Nazaret.

Egli aspetta in pace la fine della prova,

e all’ultimo giorno non è meno sottomesso alla volontà del Signore
di quanto non lo fosse al primo.
Perfettamente unito alla volontà divina,

la buona notizia del termine del suo esilio non gli fa perdere la sua consueta calma,
né produce in lui quella sregolata gioia
che noi proviamo al termine dei nostri patimenti.
Egli non vede che un nuovo ordine da seguire per piacere al suo Dio;
ed è questo il solo motivo che lo fa obbedire con prontezza.

Il mistero della fuga in Egitto ci insegna

che non dobbiamo discutere i disegni di Dio,
sia nei nostri patimenti, come nelle afflizioni dei nostri cari.
Dio avrebbe potuto risparmiare molte prove a Giuseppe.
Anche senza miracoli, quante consolazioni gli avrebbe potuto concedere!
Ma non lo fece.
Non meravigliamoci, dunque, che Egli non ci tratti in modo diverso
da come trattò con le persone a Lui maggiormente care.

Giuseppe e Maria rientrarono nella loro casetta conducendo con sé il Dio-Fanciullo.

Il santo Patriarca mise subito in ordine i suoi arnesi da falegname.
Anche Maria si prese cura di nuovo delle faccende domestiche e dei suoi lavori.

L’umiltà e l’obbedienza di Gesù nella sua vita nascosta sono esempi ben grandi.

Egli serviva e aiutava i suoi genitori in tutto ciò che poteva,
secondo le forze dell’età.

FIORETTO
Pensate oggi spesso alla presenza di Dio.

Questo pensiero addolciva a san Giuseppe ogni amarezza.
Chi, nel principio di ogni azione, si ricorda della presenza di Dio, farà tutto perfettamente.

INVOCAZIONE
“San Giuseppe, impetrami un vivo desiderio del Cielo!”.

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