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giovedì 13 marzo 2014
MESE DI MARZO IN ONORE DI SAN GIUSEPPE
(Riflessioni del beato Bartolo Longo)
QUATTORDICESIMO GIORNO: GESU’ SMARRITO. DOLORE DI SAN GIUSEPPE.
Quando Gesù ebbe raggiunto d’età di dodici anni,
i due santi Sposi andarono di nuovo per le feste di Pasqua a Gerusalemme.
Immagina, anima mia, con quale raccoglimento
le tre sante Persone avranno fatto questo viaggio;
impara con quale portamento modesto devi recarti anche tu alla chiesa.
Se si va sino alla porta parlando di cose di mondo,
spesso ridendo e guardando attorno,
specialmente quando nelle grandi solennità v’è molto sfarzo di acconciature e di abiti,
certo la fantasia si riempie di frivolezze.
Per queste e per le molte distrazioni che sopravvengono,
si perde una buona parte della Santa Messa,
e insieme si perdono immense grazie, che Gesù verserebbe nell’anima nostra,
se ci fossimo avvicinati alla sua Casa in silenzio e raccoglimento.
... Terminate le funzioni, quell’immensa turba di gente uscì dal Tempio,
e la carovana, con la quale la Santa Famiglia era venuta a Gerusalemme
si era di nuovo messa in processione, dirigendosi verso Nazaret.
Maria e Giuseppe non si accorsero, dice san Luca, che il Bambino era rimasto indietro,
ma credettero fosse in compagnia di viaggio con altri fanciulli.
Per lo più i pellegrini si dividevano in due carovane:
l’una era di uomini, e l’altra di donne, al fine di pregare con più devozione.
I fanciulli seguivano o l’una o l’altra a piacere.
La sera d’ogni giorno, facevano sosta nei paesi
e si riunivano nuovamente la diverse famiglie.
Ma quale non fu lo stupore del santo Patriarca
quando la sera s’avvide che il divino Infante non era con Maria!
Si trovarono improvvisamente soli, soli in mezzo alla moltitudine.
Giuseppe fu colpito da dolore indicibile,
né mai alcun santo provò più terribile desolazione.
Cercò fra parenti e conoscenti se Gesù fosse in loro compagnia.
Maria e Giuseppe continuarono le loro ricerche senza trovarlo.
Intanto si era fatta notte. Certamente non pochi erano i dolori
che si soffrivano nel mondo quella notte,
ma nessuno era paragonabile a quello di Maria e di Giuseppe.
Desolazione simile a quella di Giuseppe non vi fu mai!
Maria e Giuseppe ritornarono a Gerusalemme soli e desolati, camminando nelle tenebre;
i loro piedi erano stanchi e feriti,
ma i loro cuori erano assai più lacerati.
… Se abbiamo avuto la disgrazia di perdere Gesù col peccato, con l’amore del mondo,
ed abbiamo la grazia che Gesù ci chiama, che dobbiamo fare?
Il dolore di Giuseppe ce lo dice:
la perdita deve essere per noi soggetto di grande afflizione
e, come Giuseppe, dobbiamo cercare con sollecitudine e con lacrime
Colui che abbiamo smarrito.
Il santo Patriarca avrebbe potuto pensare con ragione che la perdita di Gesù
fosse per lui una prova soprannaturale,
ma la sua umiltà gli fece credere che fosse avvenuta per sua colpa,
e con ciò raggiunse una virtù molto elevata.
… Gesù non tarda a farsi trovare da quelli che lo cercano con fervore e con umiltà;
e Giuseppe e Maria ritrovarono Gesù e stettero insieme a Nazaret senza mai dividersi. O felicità di chi ritrova Gesù dopo averlo smarrito,
e lo sa custodire nel suo cuore!
San Giuseppe ammirò la sapienza divina di Gesù nel Tempio;
ma non meno ammirò l’infinita umiltà di Lui, quando, tornato a Nazaret,
lo vide così sottomesso e laborioso,
quasi fosse l’ultimo garzoncello di un artigiano ...
FIORETTO
Procurate di fare una confessione sincera delle vostre colpe,
inducendovi al pentimento,
con la considerazione dei dolori che provarono Giuseppe e Maria in questo mistero;
chiedendo loro perdono del dolore ad Essi cagionato per i vostri peccati.
INVOCAZIONE
“San Giuseppe, ottienimi da Maria l’ardore di cercare sempre e in tutte le cose Gesù!”.
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