SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH

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martedì 11 marzo 2014

IL MESE DI MARZO IN ONORE DI SAN GIUSEPPE


(Riflessioni del beato Bartolo Longo)

 DODICESIMO GIORNO: SAN GIUSEPPE, PROVVIDO PADRE DI GESU’.

San Giuseppe in Egitto lavorava per vivere,

ma il fine di ogni sua fatica era di piacere a Dio, che ciò voleva da Lui.

Se noi ci proponessimo in ogni nostra opera di piacere a Dio,

come tutto in noi verrebbe santificato!

Egli sapeva che il suo lavoro era necessario a Gesù;

perciò pensate voi che felicità provava nel dire ad ogni istante:
“Questo serve per Gesù! Questo serve per Maria!”.

Chi saprebbe dirci, o beatissimo Giuseppe,

quale era la dolcezza dei tuoi pensieri, l’umiltà del tuo spirito,
quando Gesù ti chiamava suo padre e Tu lo chiamavi mio caro Figlio?

Da quali celesti ardori non doveva esser presa la tua anima,

quando ti toccava servire o portare tra le tue braccia Gesù, il tuo tutto?

E quel divino Fanciullo ti restituiva mille baci,

ti carezzava con le sue manine,
ti sorrideva amorosamente.

Quale non era la tua modestia quando porgevi il cibo a Colui

cui basta aprir la mano per ricolmare tutti gli esseri
delle benedizioni necessarie alla vita?

Oppure, allorché per ristorare le tue forze,

prendevi il cibo che Maria, la Regina degli Angeli, ti aveva preparato,
e che Gesù benediceva con la sua mano divina?

Quali erano i tuoi pensieri quando insegnavi a camminare

a Colui che era disceso dal Cielo sulla Terra per visitare gli uomini?

Quale fu la prima parola che insegnasti

a pronunziare alla Parola sostanziale ed eterna,
rivestita nel tempo di un corpo formato del sangue di Maria, tua casta Sposa?

Quale non era la tua attenzione allorché Gesù parlava con Te del Regno del suo Cuore,

del fine della sua venuta in questo mondo,
e della Chiesa ch’Egli doveva stabilire?

Noi possiamo imitare queste così sante disposizioni del Cuore di san Giuseppe,

lavorando come Lui per sollevare ed alimentare Gesù Cristo
nella persona dei poveri.
Il divin Salvatore ci dichiara nel Vangelo che tutto ciò che faremo per essi

lo considera e ricompensa come fatto a Lui stesso.
Questo è il gran mistero della carità cristiana,

in cui possiamo nutrire Dio nei poveri,
assistere Dio negli infermi, visitare Dio nei carcerati,
alimentare Dio nei piccoli figli abbandonati,
come Egli di se medesimo nutre noi, assiste noi, visita noi, s
i fa tutto uno con noi sotto le specie sacramentali.

FIORETTO
Chi non può dar da mangiare ai poveri,

visiti un infermo o un carcerato per amore di san Giuseppe,
riconoscendo in quell’afflitto o tribolato la persona di Gesù.

INVOCAZIONE
“San Giuseppe, provvido Padre di Gesù, offri a Gesù il mio cuore e la mia vita!”.

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