(Riflessioni del beato Bartolo Longo)
TRENTUNESIMO GIORNO: FESTA DI SAN GIUSEPPE IN CIELO.
Contempliamo la gloriosa festa che si fa in Cielo,
dove san Giuseppe oltrepassa gi altri santi in grazia e in gloria.
Se gli Apostoli occupano il primo luogo,
è nell’ordine della Chiesa,
ma NON nell’ordine dell’unione ipostatica del Figlio di Dio,
cioè nell’unione della natura divina con la natura umana,
nell’Incarnazione del Verbo di Dio
e nella Redenzione degli uomini.
In questo noi non vediamo figurare altri che Maria e Giuseppe.
Ora, come il mistero dell’Incarnazione s’innalza sopra tutti,
tanto in Cielo quanto sulla Terra,
così la gloria di Maria e quella di san Giuseppe
è superiore a quella degli altri santi.
San Giuseppe ebbe l’onore di rendere a Dio sulla Terra
i servizi che nessun santo e nessun Angelo gli ha reso mai.
Fu il Custode di Colui che governa ogni essere creato.
Fu il salvatore del Salvatore del mondo,
per averlo salvato dalle insidie di Erode e da mille pericoli;
fu il signore del Signore;
il superiore del Re e della Regina del Cielo;
il loro tutore, il loro sostegno, la loro guida,
il loro amico, il loro difensore, il loro tutto.
Le sue cure, le sue opere, le sue sollecitudini
avevano per oggetto immediato l’adorabile persona del Salvatore.
A quelli che nutrono Gesù Cristo nei poveri,
lo Spirito Santo promette l’abbondanza dei beni temporali ed eterni;
ma qual gloria ha san Giuseppe che nutrì veramente lo stesso Figlio di Dio
che, nella verità, gli può dire:
“Io avevo fame e tu mi hai dato da mangiare,
io avevo sete, e tu mi hai dato da bere;
ero orfano e mi hai accolto”.
Gli Angeli non sono che ministri di Gesù, servi di Gesù;
ma Giuseppe è Padre di Gesù, Egli comanda a Gesù ed è ubbidito.
Chi degli Angeli poté dire al Creatore del Cielo e della Terra:
“Tu sei mio figlio” ? (Eb 1,5).
Ma san Giuseppe ha l’autorità di Padre verso Gesù
e con ogni diritto gli può dire questo.
La SS. Vergine mostrò chiaramente e pubblicamente tale diritto
che Ella e san Giuseppe avevano su di Lui
quando, smarritolo insieme, lo ritrovarono nel Tempio.
Lei, rivolta al Fanciullo, disse in tono di dolce rimprovero:
“Tuo padre (san Giuseppe) ed io, addolorati,
andavamo in cerca di Te”.
… Questo santo Patriarca siede su di un trono sublime,
il più vicino a Gesù dopo quello della sua augusta Sposa.
Dimmi, o beato Giuseppe, dimmi gli onori
che Gesù ti rende al cospetto degli Angeli e dei santi,
facendoti sedere nel Cielo sul trono di gloria
che Egli stesso innalzò per Te con le sue mani adorabili!
Dimmi quale ineffabile consolazione riempì il tuo Cuore,
allorché nell’imminenza della morte,
udisti dalla sua divina bocca queste meravigliose parole:
“Vieni, padre mio, vieni a trionfare nel regno
che ti fu preparato sin dal principio del mondo;
vieni a godere della felicità che meritasti coi servizi che mi hai reso!
Tu hai ospitato me in casa tua,
allorché avendo io lasciato il Cielo,
vivevo come straniero ed orfano fra gli uomini.
Ora, voglio dare a Te una dimora eterna,
un posto d’onore nella celeste Patria.
Tu copristi le mie membra esposte al rigore delle stagioni con panni ed abiti,
ed io ora rivestirò Te dei più magnifici ornamenti della mia gloria.
Tu nutristi me col frutto dei tuoi sudori quando ebbi fame,
io sazierò te con le delizie eterne che largamente godono i miei eletti.
Tu hai dato a me da bere quando ero assetato,
io inebrierò te nei secoli col torrente dei divini gaudi.
Tu hai sopportato il peso del lavoro e le molestie del caldo
per provvedere al mio sostentamento;
io farò godere a Te d’ora innanzi un riposo infinito
nella sua durata ed ineffabile nella sua dolcezza.
Vieni, dunque, vieni, mio diletto,
vieni a prendere possesso di tutti questi beni!".
E dopo che il santo Patriarca fu volato in Cielo
è da pensare che Gesù, rivolgendosi al suo Padre celeste,
e presentandogli san Giuseppe gli abbia detto:
“Padre mio, quale ricompensa daremo a quest’uomo
che possa essere adeguata alle attenzioni che ho ricevuto da Lui?
Egli è stato il mio Custode ed il protettore della verginità di mia Madre;
Egli mi ricevette nel giorno della mia nascita,
mi condusse in Egitto per liberarmi dal furore di Erode,
mi allevò con la più gran cura, mi amò e colmò d’ogni sorta di beni.
Cosa gli daremo?”.
E Dio gli diede misura piena, colma, sovrabbondante.
Beato mille volte questo gran santo,
che Dio esaltò sopra i re della Terra
ed i principi della sua celeste milizia!
Beato, al di sopra di ogni possibile immaginazione:
“Angelo”, per l’innocenza della sua vita;
“Arcangelo”, per il sublime ministero di conferire continuamente
col Re dei re e con la Sposa dell’Altissimo;
“Principato”, per l’eminenza del suo ufficio
di custodire e sostenere Gesù e Maria;
“Potestà”, per le vittorie che riportò su Erode e sui demoni;
“Virtù dei cieli”, per le meraviglie operate;
“Dominazione”, per l’esercizio della sua autorità su Gesù e su Maria;
“Trono”, per la sua umile servitù e per la sua pace interiore;
inalterabile “Cherubino”, per la conoscenza che Egli ebbe dei più sublimi misteri;
“Serafino”, per gli ardori della sua carità
e ciò che è più meraviglioso ancora
per l’abbondante partecipazione alle divine perfezioni.
FIORETTO
Vivete oggi in raccoglimento,
mortificando la vostra vista ed astenendovi dai piaceri e divertimenti
per onore di san Giuseppe!
Fate una visita al suo altare
e pregatelo che vi ottenga lo spirito della mortificazione cristiana,
il distacco dalla Terra, ed un vivo desiderio del Cielo
con la purezza del cuore e la fedeltà nel servire Dio;
e la grazia di stare in Cielo presso il suo trono a glorificare Dio.
INVOCAZIONE
“San Giuseppe, padre mio caro, guardami dal Cielo,
distaccami dalla Terra ed ottienimi la purezza del cuore,
un vivo amore di Dio e la perseveranza finale!”.
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