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domenica 9 marzo 2014
IL MESE DI MARZO IN ONORE DI SAN GIUSEPPE
(Riflessioni del beato Bartolo Longo)
DECIMO GIORNO: CONSOLAZIONI DI SAN GIUSEPPE
NEL TEMPO DEL SUO SOGGIORNO IN EGITTO.
LE VERE GIOIE DELL’ANIMA INTERIORE.
Qual gioia per Giuseppe allorché vide il divin Bambino
fare i suoi primi passi per venire a Lui!
Quando udì il Verbo di Dio chiamarlo col dolce nome di padre!
Quel fanciullo che riceve le sue carezze è il Figlio dell’Eterno.
I suoi occhi di padre si dilettavano
a vedere il corpo del Bambino svilupparsi e crescere,
eppure questi è il medesimo Dio!
Il suo giovane intelletto va formandosi dinanzi agli uomini,
e Giuseppe adora in Lui la Sapienza increata, l
a luce che illumina ogni giorno ogni uomo che viene al mondo.
Giuseppe gli insegna a camminare ed a sorreggersi;
ed è Colui che sostiene il Cielo e la Terra!
Beato chi poté mirarti, o amabilissimo Bambino, sciolto dalle tue fasce,
muovere le tue braccia,
porgere le tue piccole mani,
accarezzare la tua santa Madre ed il santo uomo a cui ti eri dato per Figlio;
fare, sostenuto da Lui, i tuoi primi passi;
balbettare le lodi di Dio, tuo Padre!
Ti adoro, caro fanciullo! Mi fosse dato di raccogliere le tue prime parole!
Dio mio, fa’ che io pure sia fanciullo,
tutto semplicità ed innocenza!
Dimmi, padre beato, ciò che provava il tuo cuore così sensibile,
quando alla fine del giorno, dopo penoso lavoro,
seduto sulle tue ginocchia, il capo appoggiato al tuo petto,
Gesù prendeva sonno un istante in estasi s’amore!
Dimmi Tu stesso, o Giuseppe, con quale religioso silenzio
contemplavi il sonno di quel fanciullo,
la cui Provvidenza vigila su tutte le creature!
Quando svegliandosi ti ricreava col suo primo sguardo,
ti sorrideva con amore,
abbracciava il tuo collo,
ti chiamava di nuovo col dolce nome di padre,
provava a conversare con Te più coi gesti e con gli occhi,
che col balbettare infantile!
Oh, lo vedo, lacrime di gioia esprimevano la tua felicità,
nel poterti beare della sua presenza,
avendo ritrovato Colui che il tuo cuore amava!
FIORETTO
Nel mettervi a mensa e nel levarvi, ricordatevi di san Giuseppe,
che mangiò il pane dell’esilio.
INVOCAZIONE
“Gesù, Giuseppe e Maria, siate il mio conforto in vita e in morte mia!”.
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