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sabato 8 marzo 2014
IL MESE DI MARZO IN ONORE DI SAN GIUSEPPE
(Riflessioni del beato Bartolo Longo)
NONO GIORNO: L’ABBANDONO DI SAN GIUSEPPE
NELLE MANI DELLA DIVINA PROVVIDENZA.
Esiliato tra un popolo idolatra,
ch’era nemico degli Israeliti,
non avendo nessun umano appoggio su cui contare,
senza ricchezza, né soccorsi, né amici, s
an Giuseppe raddoppia la sua confidenza in Dio.
Vero adoratore della divina Provvidenza, Egli la scorge in ogni cosa.
Simile in questo agli Angeli che vedono sempre il Padre celeste,
san Giuseppe vede Dio nelle avversità.
E per questo, non solamente Egli le offre con pazienza,
ma con amore e con gioia,
senza badare alle pene che lo colgono
e che Egli sopporta con coraggio.
Abbiamo sempre innanzi agli occhi san Giuseppe!
La più grande povertà in cui Egli possa cadere,
l’abbandono dei parenti e dei più cari amici,
le più cocenti umiliazioni, gli oltraggi, le più ignominiose offese,
in una parola, tutto quanto si possa immaginare di spiacevole
non può fargli perdere la pace,
perché Egli l’attinge dal Cuore di Dio.
Il più infallibile segreto per sradicare l’orgoglio
è guardare Dio e dimenticare se stessi,
poiché tutto il nostro bene viene da Lui,
ed Egli è la Via che conduce alla Vita.
E’ la virtù della semplicità, compagna dell’umiltà,
l’oblio di sé, l’abbandono in Dio.
Il nostro orgoglio e il nostro amor proprio ci tormentano
perché troppo guardiamo a noi stessi e troppo poco a Dio:
quel Dio di maestà e bontà che vuole possederci interamente
e perciò è venuto ad umiliarsi fino alla morte in Croce.
Che avete da temere sotto il suo governo?
Se la folgore ci minaccia,
se la Terra si sommuove,
se le montagne sprofondano,
se cade il cielo,
se rugge il mondo e l’inferno si scatena,
poco a noi importa, perché la Provvidenza veglia e ci conserva.
FIORETTO
Facciamo oggi al Signore l’offerta della passione che più ci predomina
e ricordiamoci quante volte abbiamo per essa offeso il Signore.
Recitiamo per tre volte l’Atto di dolore.
INVOCAZIONE
“Dio mio, Dio mio, Tu solo basti!”.
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