SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH

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A nome di Gesù, Maria e Giuseppe: benvenuto/a!

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martedì 15 novembre 2011

*** Le meditazioni del Canonico Don Paolo Bonaccia (1838-1894) ***


LA SANTA FAMIGLIA, MODELLO DI SILENZIO

Nazareno significa appartato, separato dagli altri e consacrato pienamente a Dio.
Come ben conviene questo nome a Gesù, Maria e Giuseppe,
la cui Casa è dimora di ritiro e di solitudine!

Gli Angeli che difendono questo luogo santo
ne tengono lontano ogni mormorio o clamore mondano
che possano turbare il soave raccoglimento dei fortunati abitatori.

Perché la Santa Famiglia ama il ritiro?
Perché coltiva il silenzio?
Perché parla di rado, pronunciando solo parole indispensabili
e frasi discrete, brevi, misurate, molto avvedute?

Non solo per offrire un nobile esempio di prudenza nell’uso della lingua,
ma ancora e specialmente per consacrare tutto il tempo all’orazione.
O Famiglia benedetta,
le cui tre labbra non pronunciarono mai una sola parola spiacevole:
chi non s’innamorerà di te?

O Casa Nazarena, piccola di spazio, ma illimitata per grazia;
povera all’occhio profano, ma inestimabile all’occhio divino;
delizia di Dio; secondo Paradiso terrestre, inaccessibile al serpe maligno;
granaio mistico in cui Gesù, Maria e Giuseppe radunarono la messe infinita dei loro meriti;
fontana perenne che arricchisti e arricchirai ancora la nostra Chiesa
con le acque salvifiche dei tuoi favori:
quando spanderai queste tue ricchezze sulle case cristiane?

Le nostre famiglie, o Gesù, Maria e Giuseppe,
assomigliano purtroppo al campo seminato dal pigro,
dove non spuntano che povere ortiche e spine pungenti.
Volano i giorni sulle nostre case per inabissarsi nel mare dell’eternità,
senza lasciare in esse alcuna traccia di bene e di santità.
Case ridotte a spelonche, immagini del deserto!
La vostra Casa Nazarena, al contrario, fu sempre un giardino delizioso.
In ogni istante, esso produceva il suo fiore e portava il suo frutto.

Intercedete per noi, o Gesù, Maria e Giuseppe,
affinché riscattiamo il tempo trascorso operando incessantemente per il bene,
così che, per questa vita terrena ben spesa, ci doniate la beata vita immortale,
e per il tempo ci doniate l’eternità!

2 commenti:

  1. Un'altra gemma di valore inestimabile
    che estraiamo dal tesoro nascosto della Casa di Nazareth
    è la virtù del silenzio,
    fra le più inusuali ed incomprese del nostro tempo,
    in cui imperversa l’abuso dei suoni e delle parole...

    Il silenzio di Betlemme,
    della fuga e del ritorno dall’Egitto,
    di Nazareth...:
    tutta la vita della Santa Famiglia
    è impreziosita da questa singolare virtù,
    definita da San Bernardo come “il fondamento della vita spirituale”.

    ... Silenzio orante:
    Nella piccola Casa Nazarena,
    il silenzio profondo è santificato dalla preghiera sublime.
    Nella quiete di questa dimora,
    Gesù, Maria e Giuseppe meditano le Sacre Scritture,
    contemplano le divine perfezioni,
    lodano e ringraziano il Padre nei Cieli,
    ma ancor più intercedono incessantemente per l’intero genere umano,
    tristemente schiavo - oggi più di allora - di ogni genere di peccato.

    ... Silenzio fiducioso ed obbediente:
    Nella Casa della Santa Famiglia,
    accanto ad un profondo silenzio interiore,
    regna anche un sereno abbandono alla divina Volontà.
    Gesù, Maria e Giuseppe
    compiono silenziosamente e fiduciosamente il Volere del Padre,
    nella serena certezza che esso è sempre fonte di ogni bene.

    ... Silenzio mite e paziente:
    Se ripresi o ingiuriati a torto da qualche abitante del villaggio,
    essi tacciono,
    vivendo già in prima persona
    ciò che Gesù mitemente proclamerà anni dopo:
    “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno
    e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
    Rallegratevi ed esultate,
    perché grande è la vostra ricompensa nei Cieli!” (Mt 5, 11-12).

    ... Silenzio operoso:
    A Nazareth, ogni pena, ogni sacrificio
    diviene un’offerta silenziosa al Padre
    per la salvezza di ogni uomo di ogni tempo.

    Anche per la tua, che ora leggi.
    A Nazareth, con sua Madre e col suo Padre verginale,
    il Dio-Bambino soffrì e pregò anche per te,
    per rendere meno penosa la tua sofferenza,
    più leggero il peso della tua croce.

    Ma, soprattutto, per insegnarti fin da allora
    - prima ancora di abbracciare il patibulum
    e di portarlo fin sul Golgota -
    il valore salvifico del sacrificio,
    il tesoro nascosto nel dolore offerto...

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  2. Prima della preghiera dell’Angelus del 18 dicembre 2005,
    Papa Benedetto XVI
    ha mirabilmente descritto così il silenzio di San Giuseppe:

    "L’amato Papa Giovanni Paolo II,
    che era molto devoto di San Giuseppe,
    ci ha lasciato una mirabile meditazione a lui dedicata
    nell’Esortazione apostolica "Redemptoris Custos"...
    Tra i molti aspetti che pone in luce,
    un accento particolare dedica al silenzio di San Giuseppe.
    Il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio,
    in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini...
    Il silenzio di San Giuseppe non manifesta un vuoto interiore,
    ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore,
    e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione.
    Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all’unisono con Maria,
    custodisce la Parola di Dio,
    conosciuta attraverso le Sacre Scritture,
    confrontandola continuamente con gli avvenimenti della vita di Gesù;
    un silenzio intessuto di preghiera costante,
    preghiera di benedizione del Signore,
    di adorazione della sua santa Volontà
    e di affidamento senza riserve alla sua Provvidenza.
    Non si esagera se si pensa che proprio dal “padre” Giuseppe
    Gesù abbia appreso - sul piano umano - quella robusta interiorità
    che è presupposto dell’autentica giustizia,
    la “giustizia superiore”,
    che Egli un giorno insegnerà ai suoi discepoli (cfr Mt 5, 20).
    Lasciamoci “contagiare” dal silenzio di San Giuseppe!
    Ne abbiamo tanto bisogno,
    in un mondo spesso troppo rumoroso,
    che non favorisce il raccoglimento e l’ascolto della voce di Dio”.

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