SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH

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mercoledì 27 luglio 2011

*** Le meditazioni del Canonico Don Paolo Bonaccia (1838-1894) ***


UNA GIORNATA TRASCORSA A NAZARETH

Trascorriamo un’intera giornata nella Casa di Nazareth:
cogliamo ogni istante delle ventiquattr’ore per trarre, da ognuna, tesori.

Non appena Gesù, Maria e Giuseppe si destano dal breve riposo notturno,
volgono subito le loro menti a Dio,
elevando all’Altissimo un inno di ringraziamento tale
che né il Cielo, né il creato ne ascoltarono mai uno migliore.
Quella preghiera della Sacra Famiglia era una riparazione
alle imperfezioni delle famiglie d’ogni tempo.

La loro preghiera non è interrotta che dalla necessità,
che invita al lavoro.
Gesù non disdegna di dedicarsi alla bottega, Giuseppe alla pialla, Maria al telaio:
essi sono loro cari quanto il Paradiso,
poiché anche la fatica per Dio e con Dio è Paradiso.

…  E’ ormai giunta l’ora in cui si interrompe la fatica,
per dar sollievo alle stanche membra con l’opportuno riposo.
Ad un cenno di Maria, ecco la famigliola riunita.
Gesù benedice il cibo e la bevanda
come nei primi giorni della creazione benediva tutto il creato…

E dopo il pranzo: santi colloqui.
Gesù, seduto in mezzo a Maria e a Giuseppe, fa loro da Maestro.
Ogni sua parola divina scende nei cuori dei suoi santi genitori e vi lavora la perla della virtù.

…  Il giorno volge al tramonto.
Deposti gli strumenti della fatica,
la Sacra Famiglia si raccoglie per la preghiera vespertina.
Quali ore preziose sono queste, nella Casa Nazarena!
Il lungo scorrere dei secoli non ne vide, né ne vedrà altre più beate.
E’ impossibile pensare, senza commuoversi,
che Gesù, presso il focolare di Nazareth,
siede Maestro fra Maria e Giuseppe,
come in Cielo, Sapienza eterna, siede tra il Padre e lo Spirito Santo…

Gesù si contenta poi di poco pane e di una bevanda,
nonostante sia il Signore del tutto.

La ricchezza di Nazareth è il sorriso della pace,
la concordia degli animi,
la quiete profonda,
l’amore vicendevole.

Beata quella famiglia in cui Dio stesso fa la guardia di notte
alle porte della casa che il Signore edificò di sua mano,
affinché non abbiano lavorato invano coloro che la costruirono.

Beata quella dimora dove i membri pregano insieme;
in cui la preghiera è il respiro delle anime;
in cui gli anziani e i fanciulli,
la madre e il padre con essa rallegrano le pareti domestiche,
ricordano i defunti,
implorano il perdono del Cielo,
piangono sugli sbagli del giorno trascorso
e si ritirano poi in silenzio nella tranquillità della loro stanza,
abbandonandosi ad un sonno sereno.

Questo quadro è una piccola copia della Casa di Nazareth,
ed è da desiderarsi sommamente che tale magnifico ritratto
trionfi in ogni casa cristiana.

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