Nel primo mistero gaudioso contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria Vergine
e il “Sì” dei due santi Sposi.
Meditiamo un pensiero tratto dagli scritti del Canonico don Paolo Bonaccia,
che nel diciannovesimo secolo fu il Direttore dei Missionari della Sacra Famiglia:
“L’intera vita di Cristo fu immolazione infinita
sull’altare della giustizia del Padre per la Redenzione del genere umano.
… E poiché Gesù più d’ogni altro amava i suoi genitori Maria e Giuseppe,
così più da vicino li fece partecipi della sua sofferenza
e, quali due primi e principali rami,
li innestò al tronco della sua Croce.
Appena, infatti, Maria disse: - Io sarò la Madre del Redentore,
dovette anche dire: - Io sarò la Madre dell’Uomo dei dolori.
Ella, che conosceva profondamente le Scritture,
contemplava in esse le pene predette al Redentore:
Isaia, Geremia, Davide, i Profeti…
La Vergine era già vittima, vittima di dolori annunciati…
Alle profezie, poi, seguì presto la realtà:
per lei Betlemme, l’Egitto, Nazareth furono monti di mirra,
salite dolorose che dovevano condurla
alla vetta più alta e più penosa: il Calvario.
… A Giuseppe accadde come a Maria: mentre fu innalzato a grandi onori,
fu anche destinato a grandi dolori.
Pericolo di morte, esilio, afflizioni, fatiche incessanti!
Quale fascio di croci gravò su di Lui in segno del suo amore!
Sacratissimi Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe,
sofferenti per amore, ci consacriamo a Voi!
Nel secondo mistero gaudioso contempliamo la visita di Maria Santissima
a Santa Elisabetta.
Meditiamo la prima prova sostenuta dai due Santi Sposi Maria e Giuseppe,
che dovettero vivere lontani per alcuni mesi,
con un pensiero tratto dagli scritti
della Serva di Dio Madre Maria Cecilia Bai:
“Volle la Vergine andare a visitare Elisabetta,
conoscendo esser questa la Volontà del Verbo incarnato.
… Fu questo avviso una spada nel Cuore del nostro Giuseppe,
al pensiero di dover per quel tempo restare privo della sua Sposa Maria.
Tuttavia chinò la testa agli ordini divini e si uniformò alla Volontà del suo Dio.
… Giuseppe raccomandò caldamente la sua Sposa
ad Elisabetta e a tutti di quella casa,
dicendo loro che quella era il suo tesoro.
Partì quindi il Santo col corpo, ma restò lì col Cuore".
Sacratissimi Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe,
esempio ineguagliabile di mortificazione, ci consacriamo a Voi!
Nel terzo mistero gaudioso contempliamo la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme.
Ascoltiamo come il Beato Bartolo Longo e Sant’Alfonso M. de’ Liguori
descrissero le sofferenze dei tre Sacri Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe
in quella gelida notte:
“Unico asilo ai più grandi personaggi della terra è una stalla.
In un angolo di questo rifugio
- ben conveniente alla nascita di un Bambino
destinato a morire un giorno su di una croce –
Maria, restando sempre quale era stata, Vergine e Immacolata,
diviene realmente Madre, mettendo al mondo il suo Figlio”.
“Entriamo nella spelonca di Betlemme!
Se entreremo con fede
e penseremo che questo Bambino è il Figlio di Dio,
che per nostro amore è venuto in terra
e tanto patisce per pagare i nostri peccati,
come sarà possibile non ringraziarlo e non amarlo?".
Sacratissimi Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe,
generosi nell'offerta, ci consacriamo a Voi!
Nel quarto mistero gaudioso contempliamo la presentazione di Gesù Bambino al Tempio
e l’offerta della Santa Famiglia per la salvezza del genere umano.
Ascoltiamo un brano tratto dall’opera “Mistica città di Dio”
della Venerabile Suor Maria di Gesù d’Agreda:
“Simeone poi proseguì: - Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele,
segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori.
E anche a Te una spada trafiggerà l’anima.
Il bambino chinò il capo.
Con quest’azione accettò la profezia del sacerdote...
L’amorosa Madre incominciò a sentire in quello stesso momento
la realtà della profezia di Simeone,
e le restò immediatamente ferito il Cuore dalla spada
che la minacciava per l’avvenire.
Infatti, le furono manifesti tutti i misteri racchiusi nella profezia:
il trionfo che Egli avrebbe riportato sui demoni e sulla morte,
cosa che però avrebbe dovuto costargli molto,
fino a portarlo alla sua morte vergognosa e dolorosa sulla croce;
e l’opposizione che il Bambino Gesù avrebbe dovuto soffrire nella sua Chiesa,
da parte di una così grande moltitudine di reprobi.
Anche il santo Sposo Giuseppe, quando udì queste profezie,
comprese molti dei misteri della Redenzione
e delle sofferenze del dolcissimo Gesù...”.
Sacratissimi Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe,
trafitti dai nostri peccati, ci consacriamo a Voi!
Nel quinto mistero gaudioso contempliamo il ritrovamento di Gesù al Tempio
e la vita nascosta della Santa Famiglia nella Casa di Nazareth.
Continuiamo a meditare l’esistenza terrena
dei tre Sacri Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe, sublimi Modelli di immolazione,
con pensieri tratti dagli scritti del Canonico don Paolo Bonaccia:
“Non vi è casa senza croce e membro della famiglia che non abbia la sua.
Misera sarebbe quella dimora da cui la croce fosse bandita.
Nella Casa di Nazareth essa torreggia più alta che altrove,
poiché le tre grandi anime di Gesù, Maria e Giuseppe divennero tali patendo.
… Anime afflitte, non sapete che tutti dobbiamo patire?
Che è proprio del cristiano patire cose grandi?
Beata quell’anima che accoglie mitemente nel cuore queste trafitture
e ne forma il suo fascio di mirra:
essa imita la vita nella Casa Nazarena".
O Madre mia dolcissima, per amore di questo Figlio sacrificato,
aiutami sempre e non mi abbandonare!
... O San Giuseppe, per quelle lacrime che hai sparso
nel contemplare la futura Passione del tuo Gesù,
ottienimi un ricordo continuo dei dolori del mio Redentore!
... E Tu, o mio Gesù, che per mio amore hai tanto patito e sei morto,
fa' che io non dimentichi mai un così grande amore!
Io ti amo con tutto il cuore.
(Sant'Alfonso M. de' Liguori)
Sacratissimi Cuori di Gesù, Maria e Giuseppe,
indissolubilmente uniti nell'amore, ci consacriamo a Voi!
Tutta la vita di Cristo fu croce e martirio:
RispondiEliminaa Betlemme, dove nacque in grande povertà in una gelida grotta, rifugio di animali;
in Egitto, dove visse da esule per alcuni anni;
a Nazareth, dove nascose la sua divinità
dietro ad un banco di falegname;
nei tre anni di predicazione tra il suo popolo,
privo perfino di un giaciglio
su cui posare il capo,
schernito e considerato pazzo dagli stessi Nazaretani,
che riconobbero in lui solo il figlio del carpentiere…
… A questo lungo martirio, Cristo associò - seppur in grado diverso -
sua Madre e il suo Padre verginale,
i quali non solo accettarono,
ma anche offrirono con amore
ogni loro sofferenza fisica e spirituale,
divenendo, con il Dio-Bambino, vittime innocenti in espiazione dei nostri peccati...